F.A.Q. CRIME

Domande e risposte sui crimini e i criminali

5 e 6 aprile 2024

Programma

  • I MESTIERI DEL CRIMINOLOGO PER UNA/O PSICOLOGA/O - Venerdì 5 Aprile - IUSTO (Istituto Universitario Salesiano di Torino)

    Mattina

    09:00 - 09:30
    nº 1

    LO PSICOLOGO CRIMINOLOGO

     

    Angelo Zappalà, psicologo, criminologo clinico, psicoterapeuta, direttore CBT.ACADEMY
    (Direttore del Festival della Criminologia, Docente aggiunto IUSTO)
     

  • 09:30 : 10.00
    nº 2

    IL TRATTAMENTO DEI PARTNER VIOLENTI


    Palmina Caruso - psicologa, criminologa clinica
    (Università di Milano)

     

    L’intervento mira a presentare in cosa consista il trattamento criminologico dei partner e delle partner violentə, delineandone le caratteristiche principali sulla base dell’esperienza pluriennale del S.A.Vi.D. (Stop Alla Violenza Domestica), progetto di ricerca e intervento dell’Università degli Studi di Milano, presso il quale la relatrice lavora come criminologa.

  • 10:00 - 10:30
    nº 3

    LO PSICOLOGO CRIMINOLOGO NEL CONTESTO CARCERARIO


    Valentina Galuppo, psicologa, psicoterapeuta (CBT.ACADEMY)

     

    La figura della psicologa/o nel ruolo di esperto ex art. 80, ruolo chiave all’interno degli Istituti penitenziari.
    Dopo una breve panoramica narrativa sul contesto carcerario, verranno fornite informazioni specifiche rispetto alle caratteristiche del ruolo del professionista e ai suoi ambiti di intervento, alle criticità da affrontare e alle modalità di assunzione attraverso l’iter selettivo.

  • 10:30 - 11:00
    nº 4

    LO PSICOLOGO IN UN'AGENZIA INVESTIGATIVA

     

    Dimitri Russo, direttore DOGMA
    Chiara Cemmi, psicologa, psicoterapeuta (CBT.ACADEMY)

  • 11:00 - 11:15

    Intervallo

  • 11:15 - 11:45
    nº 5

    LO PSICOLOGO NELLA RICERCA CRIMINOLOGICA MULTIDISCIPLINARE

     

    Gabriele Baratto, Ricercatore di sociologia della devianza nell'Università di Trento
    (Università di Trento)

     

    "Ci sono un giurista, un sociologo, un medico e uno psicologo che discutono in una stanza". Non è l'inizio di una barzelletta ma la descrizione di una possibile riunione di ricerca in criminologia. Devianza e criminalità possono essere studiate utilizzando prospettive diverse; angolazioni disciplinari che non devono (o non dovrebbero) essere concepite come antitetiche ma che devono (o dovrebbero) dialogare. Cos'è la ricerca "multidisciplinare"? Perché è importante che criminologi con profili diversi dialoghino tra loro?

     

  • 11:45 - 12:15
    nº 6

    LO PSICOLOGO CONSULENTE PER LA POLIZIA GIUDIZIARIA NELL'ASSUNZIONE DI INFORMAZIONI SU UN MINORE


    Bruna Catapano, psicologa, psicoterapeuta

    Paolo Reggi, ispettore Polizia di Stato

     

    L'attività della/o psicologa/o  nell’audizione del minore e/o della vittima vulnerabile.
    Quali sono gli  degli atti che vengono consegnati allo psicologo nominato come consulente della P.G. e le due tipologie di relazioni da loro redatte dopo l’audizione del minore e consegnata al P.M..

  • 12:15 - 12:45
    nº 7

    LO PSICOLOGO COME COMPONENTE ESPERTO NEL TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA

     

    Roberta Di Stefano, psicologa, psicoterapeuta (CBT.ACADEMY)

     

    Il Tribunale di Sorveglianza, insieme al Magistrato di Sorveglianza, è  responsabile della supervisione dell’esecuzione penale e della gestione delle misure alternative alla detenzione, nonché dell’esame e della decisione sulle richieste avanzate dai detenuti. Rispondendo alle esigenze rieducative della pena e di reintegrazione sociale dell’individuo, il rito di sorveglianza rivolge particolare attenzione alla valutazione della sua permanenza nel contesto detentivo, focalizzandosi sul monitoraggio costante del comportamento, delle condizioni e delle risorse del detenuto al fine di garantire una gestione adeguata e personalizzata della sua situazione penitenziaria. In tale contesto lo psicologo, in qualità di esperto, fornisce un prezioso contributo nel chiarificare il profilo individuale del soggetto, delle sue risorse o delle sue inclinazioni devianti, rispetto alle condizioni oggettive del reato che in tale fase restano in secondo piano. Anche alla luce della riforma Cartabia, ci si domanda se la mera conoscenza del passato criminale può guidare le decisioni riguardo le qualificazioni della pena o se l’expertise psicologica con i suoi strumenti può continuare ad armonizzare il precario equilibrio tra sicurezza e rieducazione

  • 12:45 - 13:15
    nº 8

    LO PSICOLOGO E LA RICERCA IN AMBITO CRIMINOLOGICO: L'ESPERIENZA NELL'AMBITO DI UN DOTTORATO DI RICERCA

     

     

    Emma Flutti, psicologa forense, criminologa

    (Dottorato Internazionale di Ricerca in Psicopatologia Forense dell’Università Roma La Sapienza convenzionata con l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano)

     

    Questo intervento offre l’opportunità di immergersi nell’affascinante mondo della ricerca criminologica attraverso l’esperienza di un percorso di dottorato. Saranno esplorati i rilevanti passaggi del percorso formativo, seguiti dall’approfondimento della motivazione intrinseca che guida questo viaggio accademico. Si analizzerà la ricerca condotta e le metodologie innovative acquisite durante il percorso. Dalla ricerca della precisione scientifica alla consapevolezza dei limiti e delle sfide della disciplina criminologica contemporanea, l’intervento offre la condivisione di un’esperienza che promette di stimolare la curiosità e ispirare alla riflessione.

     

  • 6 aprile - F.A.Q. CRIME - Aula Magna della Cavallerizza Università di Torino

    Mattina

    09:30 - 10:00
    nº 9

    Apertura del Festival

     

    Alfredo Verde
    (Università di Genova, Presidente della Società Italiana di Criminologia)
    Angelo Zappalà
    (Direttore del Festival della Criminologia)
    Georgia Zara
    (Università di Torino)

  • 10:00 - 10:20
    nº 10

    PIÙ IMMIGRAZIONE = PIÙ CRIMINALITÀ?

     

    Andrea Di Nicola
    (Università di Trento)

     

    Più immigrazione vuole dire più criminalità? Immigrati cioè criminali? L’Italia è insicura a causa dei flussi migratori? Il nesso tra immigrazione e criminalità nel nostro paese alimenta un dibattito accesso, emotivo, che coinvolge la politica e i mezzi di comunicazione. È compito della criminologia contribuire a dare risposte obiettive a queste domande, usando i dati disponibili e, soprattutto, interpretandoli in modo scientificamente rigoroso.

     

  • 10:20 - 10:40
    nº 11

    PERCHÉ ALCUNI CRIMINI DIVENTANO “MASS MEDIATICI”?

     

    Oriana Binik
    (Università di Milano)


    (Università di Milano)Viviamo in una società sempre più sicura, in cui in particolare gli omicidi sono in netta diminuzione. Eppure, la narrazione mediatica contemporanea racconta una realtà differente, in cui la violenza imperversa, la giustizia non è all’altezza del suo compito e le vittime vulnerabili sono sempre più esposte. Ciò accade perché le storie criminali che dominano l’immaginario mediatico contemporaneo fotografano un singolo frammento di realtà e lo riproducono in serie, intercettando così le esigenze emotive ed intellettuali del pubblico.

     

  • 10:40 - 11:00
    nº 12

    COS'È LA PAURA DELLA CRIMINALITÀ E QUANTO È DIFFUSA?

     

    Roberto Cornelli
    (Università di Milano)

     

    La paura ha invaso la città riducendo gli spazi per pensare a un NOI che non sia la semplice proiezione di un IO impaurito e ostile. Nelle società insicure la fiducia, intesa come vinculum societatis, si rarefà e il futuro si tinge di toni foschi, costringendo a ripiegamenti identitari che richiedono sempre e solo protezione da ogni alterità. Da dove ripartire per invertire una rotta che appare ormai tracciata? La proposta è di andare a fondo su cosa sia la paura della criminalità per svelarne il carattere ambivalente: può separare ma può anche unire; può desertificare ma può anche generare; può distruggere ma può anche rifondare. La paura di per sé non indica alcuna rotta da seguire ma pretende che qualcuno le dia un senso rispetto al progetto di società che si vuole affermare.

  • 11:00 - 11:30

    Intervallo

     

     

     

  • 11:30 - 11:50
    nº 13

    BAD OR MAD? È QUESTO IL PROBLEMA?

     

    Franco Freilone
    (Università di Torino)

     

    A partire da alcune considerazioni su di un celebre caso letterario di omicidio descritto da Musil in
    “L'uomo senza qualità”, verrà presentata una valutazione criminologica-clinica e psicopatologica-
    forense in cui è sottile e drammatico il confine tra la follia psicotica, che ricade sull’imputabilità e
    di conseguenza sulla punibilità di un omicida, e la follia psicopatica, che nessuna incidenza ha sulla
    pena.

  • 11:50 - 12:10
    nº 14

    LA CURA PUÒ ESSERE VIOLENTA?

     

    Palmina Caruso
    (Università di Milano)

     

    Una domanda che sottende un rischio, una risposta che deve far riflettere: in questo intervento si parlerà di violenza ostetrica. Partendo dalla definizione del fenomeno e dall’esposizione di alcuni dati riguardanti la realtà italiana, seguiranno alcune considerazioni criminologiche nonché ipotesi di possibili strategie preventive e futuri approfondimenti sul tema.

  • 12:10 - 12:30
    nº 15

    DIALOGO CON I RELATORI

     

     

  • 12:30 - 13:00
    nº 16

    DIALOGO CON IL PUBBLICO

     

     

     

  • 13:00 -14:00

    Intervallo

     

     

     

  • 14:00 - 14:20
    nº 17

    QUALI SONO GLI SCENARI FUTURI PER IL CRIMINE ORGANIZZATO?

     

    Michele Riccardi
    (Transcrime, Università Cattolica di Milano)

     

    Sulla base di una rassegna di recenti operazioni giudiziarie, e di un’analisi approfondita di rapporti di polizia e altre fonti ufficiali a livello nazionale ed internazionale, l’intervento illustrerà i trend emergenti nell’evoluzione delle organizzazioni criminali in Italia e all’estero. In particolare, descriverà la crescente interdipendenza e sovrapposizione tra criminalità organizzata e criminalità finanziaria, e la crescente contiguità tra gruppi organizzati tradizionali e le reti di intermediari e facilitatori della società civile e della comunità economica. L’intervento discuterà anche dell’impatto delle nuove tecnologie – in particolare dell’Intelligenza Artificiale – nei nuovi modi operandi della criminalità organizzata, ma anche dei benefici (e dei rischi) che l’impiego di questi strumenti può portare alla prevenzione e al contrasto delle organizzazioni criminali.

  • 14:20 - 14:40
    nº 18

    IL WEB È UNA RISORSA PER LE MAFIE?

     

    Gabriele Baratto
    (Università di Trento)

     

    L'avvento delle nuove tecnologie ha profondamente plasmato ogni aspetto del mondo in cui viviamo e del modo in cui viviamo, tanto che oggi possiamo dire di vivere in una "società digitale".
    Ma cosa ha comportato questa trasformazione per le mafie? Stiamo passando da una mafia tradizionale a una cyber-mafia?

  • 14:40 - 15:00
    nº 19

    ESISTONO NUOVE FORME DI TERRORE?

     

    Guido Travaini
    (Università Vita-Salute San Raffaele)

     

    I fenomeni criminali sono sempre in rapido divenire. Ciò vale anche per la criminalità ideologica. Cosa è cambiato in questi ultimi anni? Esiste ancora il terrorismo cosi come studiato negli anni dai criminologi o si è di fronte ad una area criminale dai contorni non ben definiti ove non è facile definire il bene e il male?
    Domande complesse a cui si cercherà di dare una risposta.

  • 15:00 - 15:30

    DIALOGO CON I RELATORI

     

     

     

  • 15:30 - 15:50

    Intervallo

     

     

     

  • 15:50 - 16:20
    nº 21

    CI SEI O CI FAI? È POSSIBILE FINGERSI MATTI PER NON FINIRE IN GALERA?

     

    Luciano Giromini
    Alessandro Zennaro

    (Università di Torino)
     

    Si può fingere di avere schizofrenia per evitare il carcere o, quantomeno, per ottenere un trattamento di riguardo dopo aver commesso un crimine? E soprattutto, quando si finge di soffrire di schizofrenia, i professionisti della salute mentale si accorgono che il quadro sintomatologico presentato è simulato, oppure lo prendono per vero? Queste domande hanno attanagliato l'interesse di ricercatori per anni e di recente la comunità scientifica è stata finalmente in grado di prendere una posizione condivisa: alcune società scientifiche (ad esempio l'American Academy of Clinical Neuropsychology), infatti, hanno rilasciato dei "position statement", ovvero delle dichiarazioni condivise dai professionisti, nelle quali vengono delineate alcune linee guida generali relativamente alla valutazione della credibilità dei quadri clinici presentati. Lo scopo della presentazione dei prof. Zennaro e Giromini è di discutere alcuni dei risultati più eclatanti riscontrati nella letteratura di settore e rispondere alla domanda: è possibile fingersi malati per non finire in galera?

  • 16:20 - 16:40
    nº 22

    PERITI E PERIZIE: PIÙ DUBBI CHE CERTEZZE?

     

    Gabriele Rocca
    (Università di Genova)

     

    La perizia/consulenza psichiatrico-forense è una delle attività più complesse in ambito medico-legale in quanto, trattandosi di una nozione di natura sia empirica che normativa, comporta l'esigenza di combinare questa duplice dimensione. Negli ultimi decenni si è sviluppato un intenso dibattito sul tema, alimentato dalla mancanza di parametri interpretativi condivisi e ciò ha determinato ineludibili ricadute sul versante della cooperazione tra il sapere scientifico ed la Autorità Giudiziaria. Nella presentazione il relatore si soffermerà, in particolare, sui riflessi pratici che tale evoluzione ha determinato per la psichiatra forense, cercando di offrire criteri pragmatici per una metodologia fruibile in concreto d in questo difficile, quanto essenziale, campo di indagine.

  • 16:40 - 17:30
    nº 23

    DIALOGO CON I RELATORI

     

    Alfredo Verde
    (Università di Genova, Presidente della Società di Criminologia)
    Angelo Zappalà
    (Direttore del Festival della Criminologia)